Okkkei, allora seconda puntata ieri ma.. a metà! In pratica della progettazione abbiamo sentito solo i principi base perché il software di videoconferenza andava in crash ogni 5 minuti per cui, dopo un tot, hanno rinunciato e non potevamo comunque andare avanti da soli, altrimenti l'insegnante, Laura Bassi, avrebbe dovuto ripetere tutto di nuovo la volta dopo... Quindi.
Però, le prime cose sono state moooolto interessanti e mi hanno messo in questione non poco per alcuni concetti, devo dire
In particolare 2 di loro:
-
l'affinità ecologica;
-
i fitofarmaci.
L'affinità ecologica ovvero quell'idea che dice che, essendo un terrazzo o un giardino all'interno di un contesto, questo contesto deve essere tenuto in considerazione. Usare piante autoctone, che sicuramente sono già ben adattate alle condizioni ambientali presenti, anche per evitare "pugni" negli occhi da parte di chi vede da fuori, cercare di salvare una certa continuità paesaggistica sono concetti a cui bisognerebbe sempre riferirsi... Ecco, io non ci avevo mai pensato e devo dire che mentre una parte di me dice sì, l'altra dice "ma chi se ne frega!!!".. Insomma la cosa mi mette alquanto in questione.
Bisogna anche dire che posso salvarmi in corner per l'ambiente che mi circonda, che non è certo un ambiente "naturale" di cui andrei a turbare l'armonia, tuttaltro! Però, però. Insomma devo pensarci un pò...
Il secondo punto in questione sono
i fitofarmaci.
L'insegnante ci diceva che usare piante che non sono adatte ai nostri climi o alle condizioni in cui verranno a trovarsi nel nostro terrazzo o nel nostro giardino, non è una buona cosa. Piante di questo tipo infatti verranno presto aggredite da avversità metereologiche - gelo ad es. - o da insetti o funghi insiti nel nostro ambiente e bisognerà sempre curarle con l'eventualità quasi certa che piante del genere non daranno mai il loro meglio dove le metteremo. Allora, finché si parla di tropicali o delicate in genere, ho sperimentato sulla mia pelle che ha ragione da vendere: se proprio non si vuol rinunciare, occorre davvero scegliere 2 o 3 piante in particolare e sapere che comunque si dovrà gestirle per tutta la vita pena la morte certa per freddo. Ma il discorso si è allargato per esempio alle ...rose. Essì, proprio loro sono un esempio di pianta che si ammala continuamente e facilmente.
Questo poi costringe chi le coltiva, come me, ad utilizzare spesso e volentieri rimedi chimici che negli anni, dato il continuo utilizzo, hanno conseguenze sulla salute: in pratica molti, ci diceva, se non tutti, sono sul lungo termine
CANCEROGENI...
E le conseguenze si allargano a tutti coloro che entrano spesso in contatto con questo lungo "inquinato" quindi bambini, animali, partner e vicini di casa...
Lei diceva che in questo caso le scelte possibili sono solo
due:
- rinunciare alle rose
- coltivare solo quelle che NON si ammalano es. banksia
Ovviamente nell'ultimo caso non è il principio estetico a prevalere, con i risultati immaginabili...
O marò
E pensare che le ho contate l'altro giorno e sono 35...
[Modificato da xypod 12/06/2006 19.26]