Su gentile richiesta della maestra della sfagnoterapia, Piera "Angela" , rendo pubblico un piccolo cambiamento e adattamento a tale procedimento causa mancanza di sfagno e abbondanza di curiosita' femminile.
Occorrente: phalenopsis, o altra orchidea, in punto di morte o comunque senza o quasi le radici; vaso di vetro largo un po' di piu' rispetto al cerchio immaginario che possono produrre le sue foglie unite insieme; sacchetto di plastica molto trasparente e molto morbido; un pezzo di telino assorbente o pannolino per baby o assorbenti igienici, uno o piu' elastici, un pezzo di fil di ferro plastificato.
Scopo: evitare che le eventuali gocce di condensa cadano sulla pianta e scivolando attraverso la foglia vadano ad accumularsi al centro della pianta con le conseguenze immaginabili; diminuire al minimo le parti della pianta che toccano contro il vaso, il sacchetto; evitare il contatto delle radici con il materiale usato come riserva umida, diminuire la frequenza delle aperture del sacchetto "per vedere cosa succede la sotto" perchè tanto si vede benissimo dal sacchetto trasparente, evitare il togliere l'elastico e rimetterlo per rigonfiare il sacchetto e (come dice Piera) basta spostare l'elastico e soffiarci dentro un po' senza cosi modificare di molto il microclima che si è creato.
Passiamo alle foto e scusate se si vede poco.
Ecco una visione generale del tutto
Come potete vedere la pianta tocca pochissimo con le parti circostanti è sospesa per aria grazie all'altalena costruita con il fil di ferro plastificato e arcuata in modo che tocchi le foglie in pochi punti.
Una foto piu' da vicino
Non si vede
ma qualcosa spunta .
Ps: dimenticavo di dire che ho usato anche l'ormone radicante ma questa è un'altra storia.
Olly