Per i bambini e non

Sto leggendo un libro di Paolo Crepet sull'infanzia e l'adolescenza.
La prima pagina mi ha molto colpito e volevo condividerla con voi.
La dedico a tutti i bambini, ma anche a tutti noi.
Il libro si intitola: "Non siamo capaci di ascoltarli".

"Se mi chiedessero di scrivere una lettera a una bambina che sta per nascere, lo farei così.

Cos'hai sentito finora del mondo attraverso l'acqua e la pelle tesa della pancia di mamma? Cosa ti hanno detto le tue orecchie imperfette delle nostre paure? Riusciremo a volerti senza pretendere, a guardarti senza riempire il tuo spazio di parole, inviti e divieti? Riusciremo ad accorgerci di te anche dai tuoi silenzi, a rispettare la tua crescita senza gravarla di sensi di colpa e di affanni? Riusciremo a stringerti senza che il nostro contatto sia richiesta spasmodica o ricatto d'affetto?

Vorrei che i tuoi Natali non fossero colmi di doni -segnali a volte sfacciati delle nostre assenze- ma di attenzioni. Vorrei che gli adulti che incontrerai fossero capaci di autorevolezza, fermi e coerenti: qualità dei più saggi. La coerenza, mi piacerebbe per te. E la consapevolezza che nel mondo in cui verrai esistono oltre alle regole, le relazioni e che le une non sono meno necessarie delle altre, ma facce di una stessa luna presente.
Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a inseguire le emozioni come gli aquiloni fanno con le brezze più impreviste e spudorate; tutte, anche quelle che sanno di dolore.
Mi piacerebbe che ti dicessero che la vita comprende la morte. Perchè il dolore non è solo vuota perdita ma affettività, acquisizione oltre che sottrazione. La morte è un testimone che i migliori di noi lasciano ad altri nella convinzione che se ne possano giovare: così nasce il ricordo, la memoria più bella che è storia della nostra stessa identità.

Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a stare da sola, ti salverebbe la vita. Non dovrai rincorrere la mediocrità per riempire vuoti, nè pietire uno sguardo o un'ora d'amore.
Impara a creare la vita dentro la tua vita e a riempirla di fantasia.
Adora la tua inquietudine finchè avrai forze e sorrisi, cerca di usarla per contaminare gli altri, soprattutto i più pavidi e vulnerabili.. Dona loro il tuo vento intrepido, ascolta il loro silenzio con curiosità, rispetta anche la loro paura eccessiva.
Mi piacerebbe che la persona che più ti amerà possa amare il tuo congedo come un marinaio che vede la sua vecchia b.arca allontanarsi e galleggiare sapiente lungo la linea dell'orizzonte. E tu allora porterai quell'amore sempre con te, nascosto nella tua tasca più intima."
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Filosofo, naturalista, maestro d'arme e rime, musicista, viaggiatore ascensionista, istrione ma non ebbe claque, amante anche, senza conquista, qui giace Ercole Savignano Cirano de Bergerac che fu tutto, e lo fu invano…

[Modificato da rosa rugosa 13/02/2006 1.32]

Lo so che i messaggi di questo tipo non servono a nulla, ma è proprio un bell'augurio quello che ho letto; quando si dice a qualcuno 'ti voglio bene' dovrebbe essere inteso (più da chi lo dice)'voglio il tuo bene', dovrebbe essere un messaggio disinteressato, ma a volte succede che non lo sia, credo che sia normale, è bello che qualcuno ce lo ricordi, ogni tanto.

Bellissima l'ultima parte.
La lessi tempo fa (in parte) in un altro forum, ma non sapevo che fosse di Crepet.

Ora mi spiego, finalmente, un'affermazione che lui fece a "Le invasioni barbariche". Di solito non guardo quel programma, ma mi ci fermai per caso, mi colpì lui (almeno in tv, dà l'impressione di una persona molto intelligente, garbata e per nulla banale, il che, almeno per me, lo rende anche attraente).
A un certo punto disse che non è vero che in Italia amiamo i bambini, anzi semmai li odiamo (non ricordo la frase precisa, ma più o meno il senso era questo).
Questa cosa mi fece riflettere, a me da non-prolifica sembra sempre che da noi i bambini si amino troppo. Ma forse è proprio questo il problema.

se si amassero davvero i bambini in Italia si creerebbero le condizioni per farli vivere meglio...e far vivere meglio i loro genitori...così non è

Ma lui è uno psicologo, credo che si riferisse proprio al rapporto personale.

Non è una questione pratica quella che affronta Crepet.
Il problema non è far vivere meglio i bambini e i genitori attraverso migliori condizioni sociali.
Quel che lui affronta è qualcosa che va ben oltre.

In quanto alla pedofobia, in questo libro ne parla molto e spiega anche bene le ragioni di questo problema.

Mi sa che il libro me lo compro anch'io, così capirò bene cosa voleva dire...sta' a vedere che quella frase l'ha detta apposta, il furbacchione! ;