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Osservazioni sull'uso dei vasi.

Ultimo Aggiornamento: 15/11/2007 12:21
12/11/2007 14:49
 
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Su suggerimento di Piera apro un nuovo topic dedicato alla scelta del tipo di vaso per la coltivazione delle orchidee. Come in tutte le cose, anche l'uso dei materiali e la scelta degli stessi nella coltivazione delle piante subisce l'influenza dei gusti/abitudini personali, pertanto qui mi limiterò a scrivere le mie esperienze per confrontarmi con voi e sapere cosa ne pensate.

Vasi di coccio o vasi di plastica..
.. questo è il dilemma. Riporto quanto scritto da Piera in un altro post:
"E' molto interessante il discorso del vaso di coccio. Hai voglia di parlare, in un topic apposito, della differenza di coltivazione delle Phal in questo vaso con il vaso di plastica? hai notato che differenze e quali?
Anche se parlando di parete liscia, liscia come tu descrivi ora, dovrebbe essere moooolto meno poroso del solito vaso che viene subito alla mente e che di solito si trova.
Leggevo su un forum di cactus che il vaso di coccio, proprio per ovviare all'inconveniente della radici "saldate" al vaso andrebbe "pitturato", ma a questo punto mi chiedo, allora siamo al punto del vaso in plastica "non traspirante" con la differenza risulta essere molto più leggero e maneggevole rispetto al coccio, oltre ad essere un controsenso...."

Allora. Negli anni ho utilizzato diversi tipi di contenitore per le orchidee, da quelli "di fortuna" (leggasi confezione della mozzarella perchè è trasparente) a quelli più tradizionali (esempio vaso di coccio con buchi supplementari fatti col trapano). I pro e i contro:

Coccio: il vaso di coccio è più pesante, il che permette maggiore stabilità a quelle piantine, specie le miniature, che sono così leggere da ribaltarsi facilmente quando il substrato è asciutto. Sono di facile reperibilità anche in misure piccole, sono belli a vedersi (almeno secondo me) e "neutri" come colore. Sono porosi, così da permettere un'asciugatura del substrato relativamente veloce, o almeno abbastanza veloce da scongiurare in molti casi i ristagni idrici. I contro: le radici di molte orchidee tendono ad aderire saldamente alle pareti dei contenitori in cui vengono cresciute. Questo comporta che ad ogni rinvaso (per quanto fatto ogni tot anni) diverse radici, magari "importanti" si spezzino o perdano il rivestimento (velamen) rischiando anche di creare inizi di marciume una volta inserite nel nuovo vaso. Soluzione potrebbe essere l'uso di vasi di coccio sì, ma molto lisci all'interno. Io ho usato alcune volte dei "portavasi" di coccio, forati col trapano sul fondo con attenzione (basta bagnare un po' il punto da forare mentre la punta del trapano gira, per evitare pericolosi "Crack!", e fare piano piano finchè si ottiene un buco decente, o magari più d'uno che è meglio). Ho notato che questo tipo di coccio rispetto ai vasi tradizionali è meno poroso, ma non del tutto "chiuso": in pratica permette di salvare capra e cavoli, cioè traspirazione e radici che aderiscono meno. La scorsa settimana ho svasato una Phalaenopsis che da ANNI stava in questo tipo di portavaso bucato (l'avevo scelto anche perchè era più profondo che largo, in quanto la mia Phal, che poi è una Doritaenopsis, ha foglie molto lunghe che arrivano facilmente a poggiare per terra): nessuna radice ha avuto problemi a sfilarsi dal vaso.. Un accorgimento utile comunque sempre per le orchidee è quello di bagnare bene le radici PRIMA dello svaso. In questo modo infatti si staccano con più facilità qualunque sia il tipo di contenitore (o cestello!).

Plastica: i vasi di plastica hanno il vantaggio di essere più facilmente disinfettati/riciclati, di non accumulare il calcare ed i sali di concimazione, di mantenere di più l'umidità nei periodi in cui ce n'è maggior bisogno. Sono reperibili in mille varianti, inoltre possono essere costituiti anche da materiali "di fantasia" tipo alcune confezioni alimentari (per carità meglio senza le scritte!!!). Si possono facilmente forare per aumentare la traspirazione interna, hanno in alcuni casi il vantaggio della TRASPARENZA, che a volte oltre che utile è necessaria per controllare lo stato delle radici. Sono leggeri, la qual cosa è vantaggiosa più si va sulle grosse misure (immaginate un bel cespuglione di Cymbidium coltivato in cotto e magari con lapillo.. quanto peserebbe!!!!!). I contro: ecco secondo me il "contro" principale è proprio la ritenzione dell'umidità all'interno e specialmente sul fondo del vaso. Ho avuto con le Phal alcuni problemi di radici che andavano incontro a marcescenza sul fondo del vaso perchè i vasetti avevano "angolini" in cui l'acqua non si asciugava mai. Ho imparato dal quel giorno a mescolare anche la carbonella al bark, perchè aiuta ad evitare il degrado del composto.. ma qui si va OT. Se vogliamo aggiungere un "contro" potrebbe essere dato dal coloraccio nero che hanno molti vasi di plastica, ma non è secondo me molto importante.

A voi la parola, vediamo quali sono (se vi va! [SM=x718556] ) le vostre esperienze in merito..
[Modificato da Silviaviola 12/11/2007 15:00]


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