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Coltivazione delle orchidee in Brasile

Ultimo Aggiornamento: 31/12/2008 12:14
28/12/2008 17:38
 
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Allora, volevo farvi un piccolo reportage di un'esperienza, per me nuova, dell'acquisto e trasporto via valigia di due cattleye che mi sono comprata al mercato dei fiori di San Paolo o Sampa, come viene affettuasamente chiamata la città. Sul mercato farò un post appost con le foto, perché vale la pena, ma intanto comincio con questo, più "tecnico" per così dire [SM=x718555]

Ho comprato le mie due orchi dal banco di un vivaista e ne ho approfittato per chiedergli un pò di info su come coltivano loro le cattleye, in cui era specializzato.
Prima sorpresa: tutte in cestello. Più comodo ed evita i ristagni del vaso di plastica, che con il clima così umido, sarebbero fatali. I cestelli si fanno con legno di pino, che loro considerano il più adatto e resistente al trattamento che le piante ricevono.

Le cattleye quindi in genere si presentano così:


Per poterle trasportare, però, ho dovuto sottoporle ad un intervento a cuore aperto mica da ridere, il cestello infatti proprio non ci stava in valigia! Quindi mi sono armata di coraggio e ho aperto il cestino...



Diamo un'occhiata da vicino: allora, le piante sono fiorite e le foglie belle e le radici... beh, c'è un casino qui dentro! [SM=x718564] Il substrato è diviso in tre parti grossomodo: partendo dalla superficie ci sono dei cubetti di legno distribuiti tra le radici...



...sotto al centro lo zoccolo duro è costituito da fibre vegetali...



...e sul fondo un bel quadratozzo di legno...



Smontando il tutto cercando di danneggiare le radici il meno possibile (per agevolare ho dato prima una bella bagnata), ho trovato simpatici ospiti all'interno: 3 lumacotte senza guscio [SM=x718561] ben intruppate sotto alle radici e una quantità di pangolini del terriccio - perdonate, non so assolutamente il loro nome scientifico, quelli grigi con la corazza, che si appallottolano quando li disturbi. Penso che tutta questa "vita" sia inevitabile allevando le orchi all'aperto con solo una copertura come penso facciano ma ho chiesto qualche lume al coltivatore il giorno dopo, tornando al mercato, perché il legno pareva parecchio degradato.
La cosa non era un problema per loro? [SM=x718617]
Risposta: nient'affatto. Le loro cattleye vengono piantate nel cestello da giovani, per la fioritura del primo anno e lì rimangono. In qualche mese mettono le radici fuori e crescono così tanto che escono tranquille fuori dai cestelli (troppe radici, si lamentava lui!). Poi, quando il rizoma si allunga troppo e minaccia di uscire proprio, la cattleya viene divisa tagliando l'eccesso che deve avere almeno 4 pseudobulbi e lasciarne altrettanti alla "madre" che viene lasciata lì nel suo cestello e ci rimane, a vita! In pratica il legno o il substrato non vengono mai cambiati, al limite si aggiunge materiale, se ne manca...
E le fibre vegetali? Da cosa sono composte? Perché le felci non si possono più usare... Risposta: ne abbiamo una scorta in magazzino [SM=x718595]

Ecco la mia bimba a pochi passi dalla fine dell'operazione:



Il cestello è fatto molto bene, è smontabile! Si apre grazie al fil di ferro che fanno passare tra i legni e legano nel punto di incrocio...



Ogni orchi è connotata da un cartellino robustissimo che riporta ben impressi dei numeri di serie, che permettono al vivaio di risalire con certezza all'incrocio di genitori da cui le piante hanno origine. La maggior parte infatti sono da seme.
Dalla serra principale vengono spostate solo in un caso: quando hanno la spata da fiore ancora in fase di formazione; questo perché l'impianto di irrigazione automatico che ha gli ugelli lungo una tubazione posta sopra alle piante butterebbe acqua anche all'interno del fodero e spesso questo fa marcire i boccioli. Queste piante quindi vengono spostate e bagnate in altro modo.

[SM=x718569]
[Modificato da xypod 28/12/2008 18:13]


Xy, Prov. MI
28/12/2008 18:11
 
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Re:
xypod, 28/12/2008 17.38:

.....
Smontando il tutto cercando di danneggiare le radici il meno possibile (per agevolare ho dato prima una bella bagnata), ho trovato simpatici ospiti all'interno: 3 lumacotte senza guscio [SM=x718561] ben intruppate sotto alle radici e una quantità di pangolini del terriccio - perdonate, non so assolutamente il loro nome scientifico, quelli grigi con la corazza, che si appallottolano quando li disturbi. .....



Isopodi terrestri, o porcellini di Sant'Antonio.

Sono dei crostacei che vivono fuori dall'acqua, pensa te...
28/12/2008 18:27
 
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Il nome preciso dovrebbe essere Porcellio scaber Ama i luoghi umidi, e infatti...

Oddio, forse mi sbaglio: cercando meglio se ne trovano parecchi classificati come Armadillidium vulgare. Forse è lui il più comune.
[Modificato da xypod 28/12/2008 18:38]


Xy, Prov. MI
28/12/2008 23:52
 
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La forma dei cestelli mi piace molto! a parte il fondo, che io preferirei sicuramente più aperto, ma comunque in totale la loro costruzione è una bella idea, molto semplice [SM=x718569]
A me sembra proprio fibra di osmunda quella che si trova al centro: e la storia della scorta di magazzino.. mah.. [SM=x718617] La cosa che mi incuriosisce è come facciano le piante così trattate a mantenere un apparato radicale sufficientemente valido per una così buona crescita e fioritura [SM=x718568] Vedendo le foto le radici non mi sembrano sanissime (ma magari è perchè le avevi bagnate prima..) mentre la parte aerea della pianta appare.. perfetta!
In ogni caso che belle varietà che ti sei presa! sono molto belle [SM=x718555]


29/12/2008 10:00
 
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A me piacciono molto quei cestelli, grazie Dani per averceli mostrati! [SM=x718569]
Hai chiesto per caso se anche le altre orchidee possono essere coltivate in quel modo e con quel substrato, o vale solo le cattleye?
E delle lumache e dei porcellini cosa ti ha detto il vivaista, non sono dannosi? [SM=x718568]

Ah! Molto belle le tue cattleye, poi ci mostrerai anche gli altri acquisti? [SM=x718536]
29/12/2008 10:17
 
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cavoli, interessantissimo!!

la cattleya in alto a sinistra sembra proprio una sorellina della mia green emerald [SM=x718562] [SM=x718562] [SM=x718562] [SM=x718562], e forse forse anche quella in basso a sinistra, solo con i fiori un po'piu' avanti nella fioritura, mentre la terza sembra una cugina.

che meraviglia

la mia cattelya e' la pianta che sto cercando di salvare e che sta gia' piuttosto bene ora .... sono curiosa di sapere come si adatteranno le tue e se hanno magari esigenze particolari
29/12/2008 11:09
 
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Già Silvi, la questione dell'osmunda è dubbia, non penso che con una produzione come quella che hanno lì, si possa parlare di "scorte" [SM=x718549]
Però una cosa devo dirla: di osmunda sia la mercato che fuori ne ho vista davvero tanta, quindi forse per loro davvero non è un problema oppure la coltivano apposta... Non lo so proprio [SM=x718584]

Cele, loro erano specializzati in cattleye: sulle altre mi hanno detto solo che le vanda è meglio coltivarle appese sotto gli alberi! [SM=x718570]

Vi saprò dire i nomi esatti; di quelle che vedete ne ho portate via 2, l'ultima mia mamma l'ha presa per sè: mi ricordo solo il nome di quella a destra che è la cattleya guttata, l'altra invece, quella a sinistra di fronte, è un ibrido ma devo leggere il cartellino.
[Modificato da xypod 29/12/2008 11:14]


Xy, Prov. MI
29/12/2008 11:11
 
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anzi, piu' precisamente, tra un po' dovrei togliere la mia malatina dal vaso di vetro dove ha fatto la sfagnoterapia: Dani pensi di rimontare il cestello originale per le tue cattleye? chissa' se mi converrebbe fare lo stesso anche per la mia?
[SM=x718595] [SM=x718595] [SM=x718595]
29/12/2008 11:15
 
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Draco, non penso sai?
Loro lì possono contare sulla forte umidità atmosferica e sul fatto di poterle bagnare a getto senza problemi di bagnare per terra, io non potrei proprio! Le ho invasate con substrato di corteccia per ora: vediamo come reagiscono [SM=x718569]
[Modificato da xypod 29/12/2008 11:15]


Xy, Prov. MI
29/12/2008 19:14
 
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Il metodo di coltivazione delle Cattleye in Brasile purtroppo non si può facilmente trasferire nel nostro ambiente domestico... tenete sempre conto che per loro le Cattleye sono come la Parietaria da noi...

Tempo fa parlavo con un coltivatore brasiliano e lui mi diceva che addirittura al rinvaso loro gli tagliano tutte le radici e poi le buttano su un ripiano e se ne dimenticano finchè loro non le rifanno...

Questo modo di agire da noi sarebbe quantomeno rischioso [SM=x718585] Certo, il fatto che le radici delle Cattleye abbiano bisogno di asciugarsi in fretta è vero, odiano i ristagni di umidità permanente a livello radicale, ma a meno che non si possegga una serra o comunque un ambiente con umidità elevata, per noi il vaso di plastica resta sempre un ottimo modo di coltivarle [SM=x718536]

Per quanto riguarda l'Osmunda.... non si fanno problemi a prelevare Orchidee in natura, vuoi che se ne facciano per una Felce? [SM=x718570]
29/12/2008 22:40
 
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lui mi diceva che addirittura al rinvaso loro gli tagliano tutte le radici e poi le buttano su un ripiano e se ne dimenticano finchè loro non le rifanno...



Anche il ragazzo del vivaio mi ha detto la stessa cosa: non su un ripiano ma in un cestino, con radici tutte tagliate e in pochi mesi la pianta rimette tutto l'apparato radicale. Infatti mi ha consigliato di fare così per far fare il viaggio alle mie due piante ma confesso che non ho avuto il coraggio [SM=x718563]

Invece per il prelievo in natura non penso che ora sia poi così facile; certo, molto dipende da dove sei, ma ora c'è un forte impegno alla protezione dell'ambiente, con forti multe in caso di danni all'ecosistema.
Il problema, almeno per quel che ho potuto vedere/sapere io, è spesso l'inverso, per così dire. Ci sono persone che per sopravvivere tagliano alberi e coltivano piante (palma da cocco, banano) che non sono endemiche di quella zona e questo distrugge la mata e con essa, le piante che la costituiscono. Spiegare loro che devono guardare più lontano non è sempre facile, ci sono famiglie e figli da mantenere e le piante sono così tante e crescono praticamente da sole!

Insomma, penso che in certi casi il prelievo in natura sia addirittura augurabile. Ma non l'ho pensato in Brasile; l'ho pensato in Messico. Nel bioparco lungo la costa maya ne ho trovata una, una delle poche, una cattleya penso ma non sono sicura. Era la stagione secca quindi la pianta era in pieno riposo, tutta raggrinzita e concentratissima a trattenere più acqua possibile... Era enorme, tutta avvinghiata ad un tronco... morto, tagliato e buttato con disinvoltura da un lato, per creare la strada che attraversa il parco. E lì, in quel momento, ho pensato con tutte le mie forze: se fossi sicura di saperlo fare, di poterle assicurarle la sopravvivenza, la staccherei da quel tronco subito, con cura ma con decisione e me la porterei via... e un pezzetto del mio cuore è rimasto lì, con lei. Pazza, eh?? [SM=x718555]
Però da quella volta il mio punto di vista è un pò cambiato [SM=x718559]
[Modificato da xypod 29/12/2008 22:45]


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30/12/2008 15:17
 
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Effettivamente quello della distruzione dell'habitat naturale è un pensiero che ti spinge a considerare il prelievo delle orchidee in natura come auspicabile... piuttosto che tagliarle, e bruciarle magari, insiema agli alberi... [SM=x718594]

Per la tua Cattleya abbandonata, se l'albero a cui era aggrappata non verrà spostato o buttato via, avrà ottime possibilità di sopravvivere ugualmente, a patto che riesca a prendere abbastanza luce...anche se l'albero era morto, a lei non importa, non è una pianta parassita [SM=x718536] Spero di averti ridato un pò di speranza [SM=x718577] [SM=x718570]
30/12/2008 17:33
 
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L'albero era tagliato e buttato di lato lungo la strada con un mucchio di altri vegetali... Non penso volessero tenerli ma semplicemente fare spazio. Posso solo sperare che prima di buttare via tutto, qualcuno si sia accorto della povera clandestina [SM=x718630] [SM=x718582]
[Modificato da xypod 30/12/2008 17:34]


Xy, Prov. MI
31/12/2008 12:14
 
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Se penso, tagliare delle belle radici "tanto poi ricrescono" , mi dà proprio orrore!!! a meno che si tratti di sedum [SM=x718607] Nemmeno io avrei tagliato alcunchè, almeno fino al ritorno a casa! (si sa mai qualche rottura accidentale..). Per la raccolta in natura la penso come Dani, che in alcuni casi sarebbe quasi un bene: certo le situazioni contingenti sono diversissime, per cui non si può generalizzare, però.. spero che la povera pianta del tronco tagliato abbia trovato modo di sopravvivere, lei come chissà quante altre [SM=x718594]


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