Dissero un giorno i petali:
<< Facciamo il giro tondo? >>
E tosto si schierarono
Con un trillar giocondo.
Ed eran si' piacevoli
Coi mille bei colori,
Che gli occhi dilettarono
Della fata dei fiori.
Questa su lor chinandosi
Sopra l'erbosa zolla
Disse al grazioso circolo:
<< Ti chiamero' corolla >>.
Tosto gli stami accorsero
Con la testina bruna:
<< Noi pur facciamo il circolo
Leggeri come piuma! >>.
Allor, poich'eran piccoli,
Filamentosi e snelli,
In mezzo al cerchio entrarono
Dei petali fratelli.
Pareva d'oro il polline
Sulla testina nera
Che con bel nome classico
Fu nominata: antera.
Ecco il pistillo burbero
Con fare da gran re,
Cacciarsi fra i due circoli
Gridando: << Che cos'e'?
Senza di me, voi frivoli,
Nulla potete fare,
Percio' vi prego, apritevi,
Lasciatemi passare! >>.
E proprio in mezzo, il despota,
Si eresse il suo bel trono
Dicendo: << Rispettatemi,
Che' il vostro re io sono!
Porto l'ovaio fertile,
Lo stilo di guerriero
Ed il mio stimma impavido,
mi funge da cimiero >>.
La fata leggiadrissima
Ridendo lascio' fare
E i birichini in circolo,
Tornarono a giocare.
Ma da un cespuglio rorido
ecco venir, pian piano,
I verdeggianti sepali
Tenendosi per mano.
Torno, torno si schierarono
A' pie' della corolla
E lieti la sostengono
Sopra l'erbosa zolla.
<< Oh come siete provvidi! >>
Disse la fata bionda,
<< Voi formerete il calice
Che i petali circonda >>.
Con la bacchetta magica
Compose un vago stelo
Ed un profumo amabile
Si sprigiono' pel cielo.
Disse la fata garrula:
<< Com'e' grande il Signore!
Con tante cose piccole
Egli ha composto il Fiore! >>.
S. M. C.
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