World Press Photo

Qualche settimana fa, presso la Galleria Carla Sozzani a Milano, erano in mostra le foto vincitrici del premio World Press Photo.

Ho visitato la mostra e mi sono riproposta di parlarvene al ritorno dalle vacanzine.

Per spiegarvi di cosa si tratta, vi ricopio il comunicato stampa che ho preso in Galleria:

"Dal 1955 una giuria indipendente formata da esperti, scelti tra i personaggi più accreditati in campo internazionale, è chiamata ad esprimersi sulle migliaia di domande inviate da ogni parte del mondo alla World Press Photo Foundation di Amsterdam da fotogiornalisti, agenzie, quotidiani e riviste.

Il premio World Press Photo è uno dei più importanti riconoscimenti nell'ambito del fotogiornalismo. Si tratta di un'occasione unica per vedere raccolte le immagini più belle e rappresentative che hanno accompagnato, documentato e illustrato gli avvenimenti di questo ultimo anno sui giornali di tutto il mondo.
Le fotografie dei vincitori sono inserite nel prestigioso catalogo e vengono esposte in tutto il mondo in importanti musei e gallerie.

Non si tratta soltanto di immagini sensazionali. La mostra World Press Photo è anche un documento storico che permette di rivivere gli eventi cruciali del nostro tempo.
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La mostra presenta le fotografie premiate nelle 10 categorie tematiche in un tour mondiale con l'unico vincolo che tutte le immagini selezionate vengano esposte senza alcuna censura.
A questo scopo un rappresentante della WPP Foundation viene inviato nei Paesi che ospitano l'evento per assistere al montaggio della mostra a verificare che tutte le fotografie siano esposte.
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Per motivi di copyright non posso mostravi qui le foto vincitrici.

Vi metto però il link al sito del World Press Photo e quello relativo alla Winners Gallery 2009

Mi rendo conto che può essere un po' noioso cliccare su ogni foto per vederla ingrandita ma, credetemi, ne vale la pena.

Sotto ogni foto potete anche leggere cosa significa, quando e dove e da chi è stata scattata.

Alcune foto sono singole e comunicano un'emozione in un solo scatto.

Altre invece, quelle delle categorie 'Stories', sono una successione di scatti che raccontano appunto una storia.

C'è ad esempio una serie di foto particolari e curiose scattate ad Obama durante la campagna presidenziale ma anche foto che raccontano la tragedia della vita quotidiana e altre che sono un vero pugno nello stomaco.

Il riconoscimento principale come 'Foto dell'anno 2008' è un'immagine in bianco e nero di Anthony Suau.
Si vede un poliziotto armato durante l'esecuzione di uno sfratto in una casa di Cleveland nell'Ohio.
Questo il commento della giuria: "La forza di questa immagine sta nei suoi contrasti. Assomiglia alla classica fotografia di un conflitto, ma è invece lo sfratto di persone da una casa per pignoramento. Come se la guerra in senso tradizionale fosse penetrata nelle case della gente comune, incapace di pagare i propri debiti"

Belle le foto di Obama, ancora più umanizzanti, se ce ne fosse bisogno.

Le foto di guerra invece, ti dirò Apri, non mi piace vederle. Non perché mi impressiono. E' diverso, lo sento ...sbagliato. Mi sembra di invadere la privacy di un momento terribile nella vita di uomini che non si mostrerebbero mai così se sapessero che c'è un obiettivo pronto a "catturarli". Mi sento un voyeur in quel momento. Non so se sono stata spiegata...

Sì, ti sei spiegata benissimo.
E' il lavoro del reporter, ma non solo in guerra, anche quando si insinua in tragedie private e che tali dovrebbero rimanere e invece vengono portate davanti agli occhi del mondo.

Come ho detto, molte foto sono come un pugno nello stomaco.
Si può chiudere gli occhi e non guardarle ma è la realtà, è il mondo dove viviamo.

Non so dire se sia giusto o no documentare le tragedie umane però, se qualcuno non ce le mostrasse, vivremmo in una realtà molto limitata.

Interessante segnalazione: ora non riesco ma più tardi voglio guardarmi bene il link, grazie Apri!