Vi riporto quanto scrisse Lilio Apulo in un altro forum, secondo me è utilissimo:
A parte il solito terriccio, luce filtrata etc etc, la clivia necessita di un periodo di freddo relativo (teme il gelo però) in cui deve essere tenuta asciutta. Altrimenti lo stelo non sale in modo corretto e i fiori si aprono prematuramente. Questo è il piccolo segreto della clivia. Il resto è facilissimo. Concimazioni leggere e continue sono opportune, mentre per il rinvaso è diverso. La clivia in effetti può stare nello stesso vaso per tantissimo tempo. Ad un certo punto però il tutto diventa un ammasso di radici e bisogna pur rinvasare. Quando si svasa, si trovano tantissime radici morte. Questo è normale, in quanto le radici vengono continuamente rinnovate dalla base. Quindi niente panico, ma un bel tubo in giardino e una bella lavata a tutto il pane di terra. Viene via tutto, radici morte e terriccio e a questo punto si può tranquillamente rimettere la pianta nello stesso vaso, a meno che non sia diventato un cespo sproporzionato per quel vaso. Questo è anche il momento giusto per dividerla, se si vogliono nuove piante. La clivia non ha un vero rizoma ed è considerata la forma più primitiva delle amaryllidacee. I getti vanno delicatamente staccati, guardando bene il loro punto di divisione naturale. Si può usare un taglierino per facilitare il distacco, ma anche semplicemente con le mani.
Le singole porzioni vanno invasate e tenute asciutte qualche giorno, poi si può riprendere ad innaffiare. Tra l'altro le clivie tollerano la siccità moto bene ed è buona norma non eccedere nelle innaffiature in qualsiasi periodo dell'anno. Non troverete la clivia appassita al rientro dalle vacanze, anche se rimane un mese senz'acqua. Il periodo giusto per la divisione è subito dopo la fioritura. Quando si invasano, bisogna far attenzione a non spezzare troppe radici vive (qualcuna è inevitabile che si rompa e non fa danno) e mai accorciarle come generalmente si fa per le erbacee perenni. Una volta dipanata la zolla, si finisce per ritrovarsi delle radici lunghissime che non si sa come rimettere nel vaso. Basta fare sul fondo del vaso un piccolo cumulo di nuovo terriccio a punta, poi calare la pianta dall'alto e girarla su se stessa pian piano. Le radici si riavvolgono, magari assecondando il verso naturale e la pianta viene posizionata al livello giusto. Poi si aggiunge il terriccio e si comprime, ma con le mani, non con bastoni, mazze etc. Io uso le dita per questo, così ho il controllo della situazione, mentre con un bastone si finisce solo per rompere radici. Il terriccio per la clivia non deve essere eccessivamente costipato, queste piante vivono in foresta quindi su un substrato soffice di foglie in decomposizione. D'estate può essere tenuta all'aperto ma in ombra, altrimenti si ustiona in modo irreversibile e ci vogliono un paio di stagioni per farla ritornare in forma, dato che le foglie ustionate sono proprio quelle centrali appena prodotte, che cadranno naturalmente solo dopo vari anni. La clivia sopporta qualche grado sottozero, ma non il gelo diretto sulle foglie. In piena aria è danneggiata a -2°C per una notte soltanto, ma se tenuta sotto un portico (parlo dell'Italia meridionale) resiste anche oltre senza danni, come ho avuto modo di constatare in varie località nell'entroterra qui, dove di notte si registrano anche -6°C più volte.
Dopo la caduta dei fiori, vale la pena asportare i peduncoli per evitare la formazione di semi, in pratica girandoli verso il basso ma lasciando lo stelo intatto. Questo verrà riassorbito in modo naturale dalla pianta ed è comunque poco visibile. L'unico parassita che colpisce la clivia è la cocciniglia cotonosa, che si insedia fra le basi fogliari e periodicamente conviene osservare bene il centro nelle foglie nuove, forzandole delicatamente ad aprirsi. Niente olio, ma Confidor o altri insetticidi appositi.
"la bellezza è negli occhi di chi guarda"