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L'ossessione per il denaro

Ultimo Aggiornamento: 09/08/2007 11:57
07/08/2007 08:50
 
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Da un articolo di Marco Lodoli, dalla Repubblica 7/6/2007

"La scuola, anche quella che traballa sul bordo della città, quella dove i ragazzi ormai fanno fatica anche e leggere e a scrivere e far di conto, a volte si trasforma inaspettatamente in un'aula di filosofia teoretica: dal nulla spuntano discussioni che lasciano a bocca aperta per la quantità di intelligenza e verità che si dispiega. L'altro giorno, a mezz'ora dalla fine delle lezioni, una ragazza - sembrano più sveglie, le ragazze, più sincere - ha cominciato a dire che l'unica cosa importante sono i soldi. Non è un'affermazione nuova, anzi direi che i miei allievi sono piuttosto ossessionati dal valore del denaro, che sta senz'altro al primo posto nella loro brutale gerarchia. Come al solito io ho ribattuto che i soldi sono importanti, ma non sono tutto nella vita, e soprattutto che non devono occupare il primo posto nella fantasia di un adolescente. A diciassette anni altre devono essere le preoccupazioni e le gioie: l'amore, lo studio, l'impegno, l'amicizia, le avventure del cuore e della mente, e così via.

Ma poi, uscendo dal solito tracciato pedagogico, ho voluto capire meglio. «Perché, cara Jessica, i soldi sono così decisivi? Spiegamelo, io non lo capisco».
La risposta è stata immediata, diretta, sorprendente.
«Perché i soldi sono il contrario della realtà. Non è vero che i soldi permettono di avere più fette della torta, questa torta è marcia e nessuno la desidera. Più sei ricco, più puoi rimanere fuori dal mondo. Meglio ancora: puoi abitare in un mondo a parte, tutto fantastico, tutto inventato invulnerabile». Il contrario della realtà, e cioè? «E' semplice, le faccio l'esempio della mia famiglia. Mio padre guadagna mille e cento euro al mese. Ne paga seicento di affitto per la casa in cui viviamo, uno schifo di casa. Per andare avanti ha dovuto chiedere prestiti alle finanziarie, alla banca, agli amici. Ora deve lavorare notte e giorno, spezzarsi la schiena per mantenerci, dormire poco e preoccupato. Noi siamo dentro alla realtà, ma la realtà non è mai bella. Lei professore ci ha spiegato gli scrittori realisti e neorealisti: e questo scrittori cosa raccontano? Miseria, degradazione, squallore. Questa è la realtà. Chi ha molti soldi, invece, può vivere da un'altra parte, lontano dalla minaccia della realtà. Si può creare le sue favole. Una bella barca per viaggiare sul mare con gli amici, locali notturni dove si ride e si scherza, abiti incredibili per travestirsi, una villa con la piscina e il muro alto, affinché la realtà non possa entrare. Io voglio i soldi per scappare da questa morsa. Voglio essere ricca per andare più lontano possibile dalla realtà».

Io ho cercato di replicare, di difendere la vita per quello che è, con le sue pene e le sue meraviglie autentiche, dunque necessarie per comprendere meglio chi siamo, cosa vogliamo, dove ci dirigiamo. «Tutte chiacchiere, professore, tutte bugie. Oggi la realtà non piace a nessuno, neanche a lei che scrive romanzi e poesie. Neanche lei, come tutti gli artisti grandi o piccini, ama la realtà, altrimenti non avrebbe passato tanti anni in mondi paralleli, che non si incrociano mai con le cose pesanti della vita. Mio padre ha obbedito alla realtà, perché non poteva fare altrimenti, perché è un poveraccio. Ma se avesse potuto sarebbe fuggito anche lui, e un po' ci prova ancora. La domenica va in chiesa, prega Dio, s'inventa per due ore un cinema marziano e ci si ripara dentro. Oppure guarda la televisione fino a stordirsi, quando può. Mia madre beve per non pensare. Ognuno cerca una scappatoia dalla pesantezza della realtà, dai debiti, dalle malattie, dai turni di lavoro. E i soldi sono la stessa cosa, ma molto meglio. Chi è carico di soldi può fregarsene di tutto. Per questo piacciono tanto a noi ragazzi, non l'ha capito? Perché noi non vogliamo più scendere a patti con le cose reali, vogliamo vivere il più possibile dentro una bella finzione, come quelli che recitano a teatro. Che dovremmo fare, altrimenti? Lottare per cinquanta euro in più, sbatterci nella politica per avere un'altra briciola di pane secco? Per carità. I soldi sono esattamente uguali ai sogni, ma durano di più e portano più lontano. Lo so, noi che abitiamo in periferia, che siamo figli di disgraziati, tanti soldi non ne avremo mai. Però finché ho diciassette anni ci voglio sperare. Voglio augurarmi tutto il bene possibile. E tutto il bene possibile è stare fuori dalla realtà, fuori dallo schifo, dalle guerre, dalla miseria, dalla sconfitta. I soldi sono come Dio e come l'arte, anche meglio. Portano in fretta altrove. E io voglio stare lassù, felice e indifferente». Poveri gli ultimi, allora, perché solo loro è il regno della realtà. Bisogna rimettersi seriamente al lavoro per aggiustarla meglio possibile, questa realtà italiana, per renderla vivibile, apprezzabile, addirittura amabile. E' un'impresa improba, ma bisogna riparare subito le falle: la nave è già inclinata e le poche scialuppe di salvataggio sono tutte piene, di ricchi o di spaesate illusioni."


Mi sembra interessante, ancora di più per capire meglio le giovani generazioni e anche una parte di noi forse.
[Modificato da xypod 07/08/2007 08:52]


Xy, Prov. MI
07/08/2007 09:50
 
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Re: Da un articolo di Marco Lodoli, dalla Repubblica 7/6/2007
xypod, 07/08/2007 08.50:


Mi sembra interessante, ancora di più per capire meglio le giovani generazioni e anche una parte di noi forse.



si, porta ad una lunga riflessione! [SM=x718607]
questa "realtà" che non piace a nessuno, che può essere infinitamente serena, bella e dolce, quanto triste e sofferta...ma che vale la pena scoprire e vivere!
Grazie Dany [SM=x718543]


07/08/2007 10:15
 
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Sai, questo pezzo mi ha fatto davvero riflettere, mi ha fatto pensare a mio fratello e ad altri ragazzi che adesso hanno 19-20 anni, che rifiutano l'idea di cercarsi un posto fisso. Da un lato desiderano follemente lo stile di vita che un certo tipo di lavoro ti può dare, dall'altro rifiutano testardamente di "mettere la testa a posto", come direbbero i nostri genitori, cioè di entrare a far parte di un mondo che ci è sempre stato prospettato come l'inevitabile "mondo degli adulti". E il giudizio che di loro danno i più vecchi è quasi sempre quello di "opportunisti" e "scansafatiche" ovvero di gente che non è disposta a soffrire per avere le cose che vuole. Ma riflettendo mi domando se sia poi così sbagliato...

In fondo ricordo benissimo che quando ero giovincella [SM=x718560] l'idea di un mutuo mi faceva semplicemente orrore. Giuravo che non sarei mai e poi mai caduta nella lusinga delle banche... Quella catena al piede mi terrorizzava. Odio sempre quella catena ma spesso mi chiedo cosa farei se non ci fosse, se non mi fosse stata data la possibilità di comprare qualcosa di mio, l'unica cosa che nessuno può portarmi via alla fine anche se capisco bene che pago questa cosa con la mia libertà. Insomma, un pò li capisco e riscopro buona parte dei loro rifiuti dentro di me, malconci, schiacciati, ma ancora lì... Testardi [SM=x718607]


Xy, Prov. MI
09/08/2007 11:29
 
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Interessantissimo questo pezzo, se è reale, la ragazza ha davvero una capacità di cognizione e di sintesi fuori dal comune.... Non è da tutti soffermarsi a riflettere sul "perchè" delle cose, soprattutto quando le cose sono i nostri comportamenti.

E le parole della ragazza sono più che vere. Ultimamente ho avuto modo di scontrarmi con una realtà che (grazie a Dio, devo dirlo) non mi appartiene e di cui forse solo sospettavo l'esistenza: generazioni di ragazzi nati e cresciuti in ambienti degradati, il ghetto, la periferia della periferia. Dove la casa è del comune e per entrarci magari devi scavalcare un muretto, dove la strada è stata asfaltata da poco perchè prima c'era lo sterrato, pur sempre in città.
Ma tutti con il telefonino di ultima generazione, col nuovo contratto Tre, con Sky.

E tante volte anch'io ho pensato che sono solo modi per sfuggire alla triste realtà, per sentirsi come gli altri, in un mondo dove gli invidiati altri sono persone che "possiedono" qualcosa. Un modo per non sentirsi da meno.
E poi, non ci dimentichiamo, c'è sempre la droga che è il mezzo principe per alienarsi dalla realtà, e la cosa più preoccupante è che colpisce ogni ceto sociale, non solo i più disagiati. E questo ci dice che nessuna realtà, neppure quella che altri ci invidiano, pare degna di essere vissuta. Questo è quello che fa tremare i polsi.

Non so, io probabilmente sono più fortunata di quel che penso, ma non mi fa sentire in gabbia il sistema, non voglio estraniarmi dalla mia realtà, perchè anche se non delle più rosee, riesco sempre a trovarci qualcosa per cui essere felice, fosse solo un tramonto particolarmente bello, o la fioritura di una pianta particolare...
Invece molti giovani (moltissimi, ma spero non tutti) sono ormai rassegnati, per loro questo è un mondo di merda, di cui cercare di dimenticarsi in ogni modo.
Vorrei poter trovare un modo per far capire che non è così, e che al limite si può sempre cercare di migliorare la propria condizione, ma io questo modo non lo trovo, e loro sono troppo rassegnati ormai.

('mazza che papiro che ho scritto....)
09/08/2007 11:57
 
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Re:
@Greenorchid@, 09/08/2007 11.29:


E poi, non ci dimentichiamo, c'è sempre la droga che è il mezzo principe per alienarsi dalla realtà, e la cosa più preoccupante è che colpisce ogni ceto sociale, non solo i più disagiati. E questo ci dice che nessuna realtà, neppure quella che altri ci invidiano, pare degna di essere vissuta. Questo è quello che fa tremare i polsi.

Non so, io probabilmente sono più fortunata di quel che penso, ma non mi fa sentire in gabbia il sistema, non voglio estraniarmi dalla mia realtà, perchè anche se non delle più rosee, riesco sempre a trovarci qualcosa per cui essere felice, fosse solo un tramonto particolarmente bello, o la fioritura di una pianta particolare...
Invece molti giovani (moltissimi, ma spero non tutti) sono ormai rassegnati, per loro questo è un mondo di merda, di cui cercare di dimenticarsi in ogni modo.
Vorrei poter trovare un modo per far capire che non è così, e che al limite si può sempre cercare di migliorare la propria condizione, ma io questo modo non lo trovo, e loro sono troppo rassegnati ormai.




Ciao Green [SM=x718627] [SM=x718543] quoto tutto, parola per parola!
Per i giovani non è facile, io che giovane non sono piu' trovo la vita e in special modo la "mia" meravigliosa, e anche nei momenti piu' bui vedo in lontananza la luce, trovo il modo di riprendermi, di affrontare il momento...eppoi mi danno un'aiuto notevole le "cose" a cui tengo molto, la mai famiglia, le amicizie, le piante [SM=x718624]
mi commuovo facilmente e facilmente sorrido!
Non mi angustia non avere il cell ultima generazione, (se potessi farei a meno anche del cell) o il vestito firmato (per me gli stilisti potrebbero tranquillamente chiudere tutti bottega).
Purtroppo per i giovani non è così, sono assillati dalla pubblicità e da un mondo di veline, letterine, Fabrizi Corona e chi piu' ne ha piu' ne metta...questi giovani vorrebbero tutto, tutto e subito, senza sudare, senza lottare...
Questi giovani non si piacciono, basta leggere le cronache (e dare un'occhiata in giro) e si vedono ragazze anoressiche o con disturbi alimentari, ragazzi che non mangiano o che fanno finta di mangiare...non si piacciono e annegano la loro delusione nella droga, nell'alcool, corrono in macchina e ....
Chiaro non son tutti così, ma bisogna tenere gli occhi aperti, vigilare sui nostri figli, nipoti...insomma sui nostri "giovani"...credo che il riuscire ad instaurare con loro un buon rapporto fatto di stima, di comprensione, di dialogo possa aiutarli, almeno in parte...credo, spero!


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