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Orchidee e CITES

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2008 16:22
10/01/2008 14:40
 
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Su Orchidando ho trovato un articolo con una riflessione piuttosto interessante sui CITES, il CITES - Convention on International Trade in Endangered Species of wild flora and fauna - che in soldoni è il certificato che la dogana UE richiede sia ai propri paesi che alle spedizioni dai paesi fuori Europa per beni rari o in via di estinzione che occorre proteggere: per assurdo all'interno di questo elenco sono indicate TUTTE le orchidee, comprese quelle create via meristema (da alcune cellule) nei laboratori, gli ibridi commerciali che trovate all'ikea, le divisioni di piante adulte del vostro vicino di casa... [SM=x718591] Insomma PROPRIO TUTTE.

Vi cito qualche passaggio:
"Il commercio internazionale di piante e animali in pericolo è regolato (anche se alcune nazioni non hanno aderito) dalle convenzioni del CITES che ha stilato 3 elenchi in ordine di "pericolo" di specie da proteggere, le Appendici I, II e III, stabilendo regole diverse per ognuno dei tre.

(...) L'Appendice I raccoglie tutte le specie in pericolo di estinzione che hanno o possono avere un valore commerciale.
Tutte le altre orchidee ricadono sotto l'Appendice II (specie che anche se non sono in immediato pericolo di estinzione sono da controllare e salvaguardare).

Quindi TUTTE le orchidee, nessuna esclusa, vengono considerate più o meno, a torto o a ragione, in pericolo reale o potenziale e sono perciò sottoposte a controlli e restrizioni per quanto riguarda il commercio internazionale. (...) Inoltre è specificato chiaramente "a Management Authority of the State of import is satisfied that the specimen is not to be used for primarily commercial purposes" ossia che l'autorità dello stato di importazione, per rilasciare il certificato, deve appurare che la pianta NON sia utilizzata per scopi principalmente commerciali. Questo sia per le piante vive che per ogni parte di esse (semi, ad esempio).

(...) Tuttavia il CITES sembra puntare solo ed esclusivamente ad una limitazione del commercio delle orchidee, soprattutto per quelle più rare, cercando di scoraggiare in ogni modo possibile gli scambi internazionali rendendo sempre più difficili e costosi i permessi. Secondo me (ripeto, secondo me), questo è un indirizzo più dannoso che benefico ed il modo più efficace di limitare le raccolte in natura potrebeb e dovrebbe essere quello di riprodurre in modo massiccio e favorire al massimo gli scambi delle orchidee in pericolo, magari (perché no?) agevolando i vivai che si occupano della riproduzione delle specie più minacciate. La nostra stessa legislazione prevede che chi ha orchidee in "lista uno", NON POSSA scambiarle o donarle senza cadere nei lacci della burocrazia. Possiamo bruciarle, avvelenarle, falciarle ma non possiamo regalarle. Più sono rare e più difficile diventa il poterle propagare e diffondere.
Al punto tale che la propagazione è, di fatto, legalmente proibita.

L'assurdità di tale ragionamente si palesa pensando che un amatore che regala una divisione di una propria pianta, contravviene alla stessa medesima norma che impedisce la vendita di corni di rinoceronte o commercio di Panda.
Esatto. Che voi introduciate in Italia, illegalmente, un panda o una tigre siberiana oppure che regaliate una divisione del vostro comunissimo Paphiopedilum insigne, state commettendo lo stesso, esatto, crimine.
Così, almeno, dicono le leggi.

Proibito per proibito, se tanto il rischio è lo stesso, meglio fare le cose in grande penserà qualcuno. E difatti è proprio così. Si arriva al punto che l'effetto della legge è l'esatto opposto di quanto vorrebbe ottenere. Tanto più che, si sa, la cosa proibita è sempre quella più ambita e gli alti prezzi non scoraggiano i collezionisti, rendendo allo stesso tempo queste piante al di fuori della portata dei semplici hobbisti. Putroppo questo è un gioco perverso, senza uscita. L'offerta crea una domanda e la domanda spinge l'offerta. Perchè dalle piante legali e legittime e quelle illegali e illegittime la differenza è pochissima e spesso è impossibile distinguere le due cose. Si arriva al punto in cui si hanno specie molto rare, riprodotte per seme ma la cui provenienza è (burocraticamente) illegale. Ad esempio una specie riprodotta in vitro ed esportata da un paese d'origine che vieta le esportazioni di quella pianta, quando tuttavia le leggi permetto in assoluto il comemrcio delle 'fiasche' senza alcun tipo di permesso. E' difficile strigare il bandolo della matassa.

Ho come l'impressione che non ci fosse l'ombra di un'orchidofilo alla "Convention on International Trade in Endangered Species of wild flora and fauna"... [SM=x718561]
[Modificato da xypod 10/01/2008 14:41]


Xy, Prov. MI
10/01/2008 14:56
 
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Ecco un'utile dato pratico che viene da un post su forum di Green, Orchidee in casa

"A parte qualche difficoltà che incontrerei nel compilare fedelmente la richiesta di licenza credo che un ostacolo importante sia di natura economica.
Ogni licenza costa circa 16 euro ed è valida per massimo 3 specie.
Certo che a voler importare 300 piante di tre specie diverse renderebbe il costo unitario ridicolmente basso ma se, come interesserebbe a me fare, volessi arrivare all'ordine minimo di 100$ con piante tutte diverse, considerando un costo medio di 4$, ce ne vorrebbero 25 il che significa richiedere 8-9 licenze e già a questo punto la convenienza viene meno.

Come, giustamente, osservava un caro amico:
"Più che altro è una battaglia per avere il cites italiano e poi c'è da incrociare le dita allo sdoganamento.
Comunque può valerne la pena nell'ottica di ricevere qualcosa di inusuale, altrimenti alla fin fine (tra pratiche burocratiche, spedizione, costo delle piante che moriranno eccetera) non è che spendi molto meno che prendere le stesse in europa".
[Modificato da xypod 10/01/2008 14:56]


Xy, Prov. MI
10/01/2008 15:19
 
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L'avevo letto: la legge Cites è stata fatta con la buona intenzione di proteggere le piante a rischio, ma a volte ha l'effetto contrario [SM=x718553]

Cito un altro pezzo dalla risposta sul forum di Green:
"Qualora a qualcuno venisse in mente di provarci lo stesso senza CITES (accordandosi col venditore sul far rispedire il pacco al mittente in caso di problemi: un escamotage che funziona però solo se non capiscono che sono orchidee...) garantisco che, da fonte certa, la possibilità che un pacco di una certa dimensione (1-5 kg) possa farcela è grossomodo una su quattro, o forse anche meno..."

a me sta venendo da piangere, parlo sul serio. Perchè se mi aggiudico quelle piantine su ebay e disgraziatamente fanno un controllo e le mandano a distruzione, ho il terrore che mi facciano pagare pure le spese di distruzione. Ma chi me l'ha fatto fare..
[Modificato da Silviaviola 10/01/2008 15:25]


10/01/2008 18:17
 
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E' la multa il problema, in quel caso. Non ne so nulla, ma dubito che sarebbero così fiscali per una piantina sola [SM=x718566]


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11/01/2008 13:16
 
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Per inciso ho letto che in un testo del '94 della Convention si stava valutando la possibilità di fare dei distinguo sulle orchidee da proteggere stabilendo di non far rientrare nei CITES gli ibridi commerciali. Era l'Italia a promuovere la mozione ma mi sa che la cosa si è fermata lì purtroppo... [SM=x718546]

Per adesso tocca stare dentro all'UE [SM=x718555] - ma nelle fiere come Monte Porzio vengono anche gli internazionali [SM=x718630]
[Modificato da xypod 11/01/2008 13:17]


Xy, Prov. MI
12/01/2008 10:10
 
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Re:
xypod, 11/01/2008 13.16:



Per adesso tocca stare dentro all'UE [SM=x718555] - ma nelle fiere come Monte Porzio vengono anche gli internazionali [SM=x718630]




Esatto, il trucco sta nel contattatarli in anticipo e farsele portare a Monte Porzio... se volete, quando sarà il momento, faremo un bell'ordine collettivo [SM=x718536]

Per le spedizioni extraUE, io non me la sono mai sentita perchè se ti beccano ti fanno un multone della miseria, ma una mia amica ha comprato dagli Stati Uniti e le è andata bene, questi qui oltretutto le hanno detto che spediscono di continuo e nell'80% dei casi va bene...

12/01/2008 14:59
 
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Ho letto anche io che delle persone tentano la sorte, a volte con il 65 percento di probabilità dichiarato dal venditore.. io non lo farei, se già uno mi dà ad intendere che 35 pacchi su 100 fanno una brutta fine! ma no.. sto piuttosto meditando anche io di ordinare semmai qualcosa da Nardotto e Capello, semprechè venga magari a Orticola.. [SM=x718549]


12/01/2008 16:22
 
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Non credo che venga ad Orticola, ma considerando che ha dei prezzi ottimi, se hai intenzione di prendere magari più di una pianta, te le puoi fare spedire direttamente a casa, il packaging è ottimo [SM=x718536]

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