Roberto Peregalli a "che tempo che fa":"se un ulivo appare dietro a un tempio a paestum non si deve sradicare perchè lo orna"la rovina non va messa in scatola,il degrado peggiore è togliere il verde"scrostature,ruggine,hanno un significato in sè oramai acquisito nel tempo"i muri scrostati"il tempo deve fare il suo corso"far diventare tutto un luna park luccicante"il fascino di berlino est dopo la caduta del muro"restaurare è un mito di eterna giovinezza"visione estetica lontana" il sapore del tempo(scrostature)"l'evento traumatico può rendere più bello il paesaggio,la città"le cicatrici possono essere belle".
ho riportato a pezzi e in diretta le dichiarazioni di questa persona- di cui non so nulla- perchè mi sembrano veramente assurde e dettate dall'ignoranza più completa e da una visione antica dell'opera d'arte-intesa come unicum,compresi interi complessi e i parchi e tutto ciò che testimonia la cultura del territorio-.
non conosce la carta del restauro del 1972
www.webalice.it/inforestauro/carta_1972A.htm
che recita:
" S'intende, per salvaguardia qualsiasi provvedimento conservativo che non implichi l'intervento diretto sull'opera: s'intende per restauro qualsiasi intervento volto a mantenere in efficienza, a facilitare la lettura e a trasmettere integralmente al futuro le opere e gli oggetti definiti agli articoli precedenti."
viene sancito il pieno rispetto per l'opera d'arte e soprattutto viene proibita qualsiasi azione che cancelli i segni del tempo e modifichi sostanzialmente l'aspetto.
però il bene va "tenuto in efficienza" e va "trasmesso al futuro":è questo il motivo per cui si mette mano alle opere. magari possiamo discutere del come,ma non del quando o del perchè. ci sono interventi assai discutibili,ma questo purtroppo succede per ogni cosa;ma dirmi che non si abbatte un albero nato vicino ad uno scavo archeologico perchè "è più bello" è veramente allucinante!! rispecchia paro paro la visione romantica e decadente del restauro ottocentesco,quando rovine rovinate e patine gialline erano addirittura riprodotte ex novo sulle opere!!
una crepa non è MAI bella,perchè è purtroppo il segnale di un cedimento a livello strutturale che compromette SICURAMENTE il fututro del bene. un paesaggio desolato da eventi traumatici(faceva l'esempio di alcune zone industriali) non è "bello" in sè proprio perchè va verso il declino totale se non vi si pone rimedio:magari discutiamo sui metodi,su come operare per non cancellare comunque le tracce del tempo e degli eventi. recentemente,operando in un contesto totalmente "in rovina",in un rudere,ci siamo posti sempre in maniera del tutto neutra di fronte al bene da restaurare, e non è cosa facile.
Cesare Brandi e Umberto Baldini si son posti il problema del "tempo-vita"dell'opera d'arte,che non si deve cancellare,fin dalla metà del secolo scorso.
questo Peregalli non credo li conosca...ma è roba vecchia e va studiata,magari per chi predilige una facile platea televisiva certe letture annoiano.
dopo la Restaurazione ecco anche il decadentismo:invece che andare avanti si cancellanno anni di dibattiti...