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Acidofile in vaso: un piccolo trucco

Ultimo Aggiornamento: 26/09/2008 20:56
23/09/2008 17:33
 
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Ho trovato una postilla interessante su un sito dedicato ai bonsai dove si suggerisce una cosa che faccio anch'io da qualche tempo:
"Una piccola malizia per tenere acido il terreno e quindi ottenere un substrato ideale, è quella di mettere sul fondo del vaso dei pezzetti dl corteccia di pino o di larice, questi degradandosi lentamente producono una modificazione del pH verso l'acido che compensa quindi l'eventuale durezza dell'acqua e la conseguente presenza del calcare. In questo modo è assicurata la condizione ideale per la sopravvivenza delle piante acidofile"

e aggiunge una cosa che proprio non immaginavo, sembra interessante:

"Una cosa importante, dal momento che sono piante acidofile, è conservar loro Il pH adatto e questo si ottiene, come dicevo prima, con corteccia di pino e soprattutto cercando di evitare di usare dei vasi di coccio in quanto a causa dello scambio ionico che si effettua, tende a modificarsi il pH e a divenire inadatto. Usare quindi del vasi di plastica o altri smaltati."

[SM=x718569]
[Modificato da xypod 23/09/2008 17:33]


Xy, Prov. MI
23/09/2008 20:04
 
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Ciao,

anche aggiungere aghi di pino, che degradandosi mantengono il ph basso.

Però, secondo il mio modesto parere sia la corteccia che gli aghi di pino vanno bene in terra piena, così hanno il tempo di degradarsi.
In vaso non credo che si lascino le piante così a lungo, visto che ogni due o tre anni sarebbe buona norma sostituire il maggior terriccio possibile.

Naturalmente è solo un mio pensiero e quindi non adotto nessuno dei due materiali,
Però?
visto che tu hai esperienza in merito ti sei accorta che serve? quando hai rinvasato le cortecce già erano in degrado?

Per favore qualcuno sa dire in quanto tempo aghi di pino e corteccia impiegano a degradarsi?

Grazie! [SM=x718555]
[Modificato da pierabg 23/09/2008 20:08]


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ciaociao...... piera
23/09/2008 23:07
 
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Uhm se tenuta sempre umida, la corteccia si degrada sì ma in un tempo piuttosto lungo.. Anche secondo me in vaso non farebbe in tempo a dare questo effetto "benefico" per le acidofile.. a meno che non funzioni anche solo per contatto, cioè acidificando l'acqua contenuta nel vaso anche se non è degradata del tutto [SM=x718595] . Questo non lo so, ma evidentemente qualcosa fa se lo consigliano per i bonsai che di terreno ne hanno ben poco..
Sicuramente interessante l'informazione sui vasi di coccio da evitare [SM=x718552]


24/09/2008 08:02
 
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forse contano di più gli aghi di pino, ne avevo già sentito parlare... [SM=x718595]
del vaso di coccio però non ne sapevo nulla [SM=x718552]


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24/09/2008 09:06
 
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Re:
Silviaviola, 23/09/2008 23.07:

Uhm se tenuta sempre umida, la corteccia si degrada sì ma in un tempo piuttosto lungo..
A meno che non funzioni anche solo per contatto, cioè acidificando l'acqua contenuta nel vaso anche se non è degradata del tutto



[SM=x718627] Silvia hai visto giusto: in base alla mia esperienza non serve che questi materiali si degradino, anzi, con le dovute cautele oserei dire ... [SM=x718553] che è il contrario!

Ne ho avuto la conferma con le ortensie, molte delle quali come sappiamo, cambiano colore a seconda del ph del substrato.

Se aggiungi al terriccio aghi e corteccia oltre a disporne uno strato in fondo al vaso, vedrai diventare i fiori azzurri già alla prima fioritura. [SM=x718562]
Un azzurro molto più bello e naturale di quello che si ottiene ricorrendo ad additivi acidificanti o azzurranti, che a me sinceramente danno tanto l'impressione di intossicare le piante e che oltretutto non danno buoni risultati se non si rispettano dosi e tempi di somministrazione. [SM=x718554]

Ho notato al contrario che le continue innaffiature e il graduale decomporsi di aghi e corteccia, fanno scemare la loro proprietà acidificante per cui l'anno successivo il colore dei fiori non sarà più di un azzurro uniforme, ma più sbiadito e tendente al rosa. [SM=x718624]

Non avevo pensato però [SM=x718595] all'influenza del coccio sul ph, molto interessante!
Xy grazie dell'informazione! [SM=x718569]


25/09/2008 23:43
 
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Ma dai Cele, allora mi confermi la mia impressione? sono contenta, grazie [SM=x718569] Interessante il tuo esperimento con l'ortensia.. [SM=x718599]


26/09/2008 00:10
 
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Re: Re:
-Celestial-, 24/09/2008 9.06:


...................

Ne ho avuto la conferma con le ortensie, molte delle quali come sappiamo, cambiano colore a seconda del ph del substrato.

Se aggiungi al terriccio aghi e corteccia oltre a disporne uno strato in fondo al vaso, vedrai diventare i fiori azzurri già alla prima fioritura. [SM=x718562]
Un azzurro molto più bello e naturale di quello che si ottiene ricorrendo ad additivi acidificanti o azzurranti, che a me sinceramente danno tanto l'impressione di intossicare le piante e che oltretutto non danno buoni risultati se non si rispettano dosi e tempi di somministrazione. [SM=x718554]

Ho notato al contrario che le continue innaffiature e il graduale decomporsi di aghi e corteccia, fanno scemare la loro proprietà acidificante per cui l'anno successivo il colore dei fiori non sarà più di un azzurro uniforme, ma più sbiadito e tendente al rosa. [SM=x718624]

...................


Scusa Celestial, ma non è che l'effetto che riferisci sia determinato dal substrato nuovo?
Il bark non acidifica il terriccio in un anno..... [SM=x718595] ed infatti tu lo dimostri nel tuo dire.
Da quel che ho potuto verificare io negli anni, falegnama fui [SM=x718579], il legno senza corteccia impiega parecchio tempo prima di decomporsi..... percio la corteccia, molto più dura, dovrebbe impiegare ancora di più.

Ma il colore azzurro delle ortensie è si dato anche dal ph del substrato, ma non è determinato da altro elemento minerale contenuto in maggior quantità nel terriccio? [SM=x718592]

Inoltre, ho letto giusto oggi in un altro forum che la decomposizione del legno tende ad assorbire azoto dal terreno, il quale va integrato con materiali ricchi appunto di azoto.

Ci capisco sempre meno [SM=x718592] [SM=g1609658]
Però una cosa so! di continuare per la mia strada e non usare bark nei substrati.


[SM=x718595] [SM=x718617]

[Modificato da pierabg 26/09/2008 00:26]


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26/09/2008 11:13
 
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Anch'io so che, per far sì che la corteccia acidifichi davvero, ne deve passare parecchio di tempo, tanto che la pacciamatura invernale, specialmente in vaso, è indicata per tutte le piante perché ci vogliono anni prima che abbia un effetto in questo senso [SM=x718573]

Per me la postilla citata ha senso perché io, anche se rinvaso, lo faccio a distanza di qualche anno e comunque, nel caso mi serva, posso tranquillamente conservare il terriccio originale (a cui nel frattempo si sarà mischiata della corteccia) e semplicemente aggiugere quello nuovo. Il poco effetto che si ha nel tempo sarà utile solo a compensare la durezza dell'acqua - a meno che non si bagni con acqua demineralizzata e non è il mio caso di sicuro [SM=x718563] - ma l'effetto acidificante sul terreno si vedrà solo nel lungo termine. Ha senso per voi? [SM=x718630]
[Modificato da xypod 26/09/2008 11:16]


Xy, Prov. MI
26/09/2008 20:52
 
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Ciao,

non ho ben capito quel che vuoi dire... [SM=x718592]

Sai che non avevo pensato alla pacciamatura che si usa in giardino e anche sui vasi per non far evaporare troppo l'acqua d'estate? e che si usa su tutte le piante indistintamente?
Pensando e ragionando a ciò, credo che il bark con l'acqua di innaffiatura non possa fare qualcosa in merito all'acidità del terreno: le piante che non tollerano il pha basso, morirebbero o crescerebbero stentate.

[SM=x718555]
[Modificato da pierabg 26/09/2008 20:56]


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