Eccoci, allora, riporto qui un estratto:
"L'azoto raggiunge il terreno attraverso 2 vie principali:
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la fissazione dell'azoto atmosferico da parte dei batteri e funghi
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attraverso la sostanza organica
La sostanza organica raggiunto il terreno subisce un processo di mineralizzazione, di cui la prima fase forma lo ione ammonico che essendo carico positivamente viene assorbito dai collodi.
Questa prima fase si chiama AMMONIZZAZIONE.
L'ammonio così prodotto subisce dei processi di ossidazione che lo trasformano in
azoto nitrico. Questa forma di azoto è estremamente importante per la nutrizione delle piante, in quanto le radici possono assorbire azoto solamente sotto questa forma".
Quindi le modalità per "ciucciare" azoto sono due; c'è la modalità dei batteri che fissano l'azoto atmosferico ("azotofissatori") - che vivono in simbiosi con le radici delle piante e cedono parte dell'azoto fissato alla pianta ospite - e c'è la modalità della sostanza organica.
Nel caso del concime organico penso si faccia conto su questa seconda via... Che dite?
Rileggendo poi l'articolo del Torelli, lui dice:
"
Il bark, degradandosi, cede qualche minerale, sostanzialmente azoto, ma non fornisce tutti gli elementi necessari e tanto meno li fornisce nelle dovute proporzioni. Se poi usiamo altri substrati, tipo perlite, lava, lana di roccia questi, essendo inerti, non forniscono in pratica alcun minerale alle piante.
Ovviamente possiamo rimediare a ciò aggiungendo al substrato alcuni materiali organici tipo letame, terriccio di bosco, foglie secche, sfagno, etc.
Ma vi è poi un'altro fattore da tenere in considerazione: le radici delle orchidee necessitano di elevato scambio di aria, per cui il coltivatore di orchidee rinvasa molto spesso, al fine di evitare che questi substrati organici con la loro degradazione rendano asfittiche le radici, provocandone la morte;
cambiare questo substrato in iniziale decomposizione con uno nuovo, però, significa togliere alla pianta una fonte preziosa di minerali, quei minerali cioè che si stavano formando con la decomposizione del substrato e che sarebbero stati disponibili per la pianta.
In pratica il coltivatore di orchidee tende ad usare un substrato che quasi quasi lo avvicina alla cultura idroponica.
Questo ci impone di fornire dall'esterno gli elementi nutritivi per ottenere una crescita ottimale e bilanciata"